venerdì 8 maggio 2015

Insalata di quinoa e semi di lino

Si avvicina l'estate e il caldo si fa sentire. No, lo prometto, non mi lamenterò, non ne sono il tipo. C'è chi fa delle lamentale sul tempo una vera e propria crociata personale, come se lamentandosi qualcuno da lì su ci potesse sentire!
Invece io amo la ciclicità delle stagioni. Certo, se potessi scegliere la mia stagione preferita direi l'inverno. Poi penso all'autunno e alle foglie che con tutte le loro sfumature di giallo cadono e crepitano sotto i piedi. Gli alberi che iniziano ad assopirsi prima del letargo invernale. Oppure l'esplosione dei fiori, dei colori, dei sapori e degli odori che ci regala la primavera, i cieli limpidi e le giornate che si allungano. Oppure la possibilità di indossare un vestito pratico e fresco, il sapore deliziosamente dissetante dell'anguria, il mare e la leggerezza dell'estate. L'inverno ci veste con una coperta calda, e ci regala dei mesi che se pur grigi sono pieni di momenti deliziosi, l'attesa della prima neve, la cioccolata calda, il camino acceso, un libro e una tisana calda.
Quindi giusto per ricordarlo: l'inverno fa freddo e l'estate fa caldo, è risaputo, come è risaputo che i cambiamenti climatici hanno fatto si che le mezze stagioni non ci siano più e che ci dobbiamo aspettare un po' di bizzarrie dal tempo, è la vita! :)

Detto questo, tuffiamoci a pie pari nell'estate, accompagnando verso la porta la primavera e facendo entrare l'estate, e dandole il benvenuto con ricette, facili, veloci, sane e magari anche vegan (perchè no!).

L'insalata di quinoa e semi di lino è stata una rivelazione, buona e sana. Le verdure croccanti ne danno consistenza e finalmente ho potuto assaggiare la quinoa, che ho trovato assolutamente squisita.

Seguitemi in cucina e prepariamo insieme l'insalata di quinoa e semi di lino.


INGREDIENTI:
70 gr di quinoa
30 gr di miglio
30 gr di grano saraceno
10 pomodorini
30 gr di mais in scatola
3 zucchine novelle piccole
2 cucchiai di semi di lino
1 cucchiaio olive nere
olio
sale
500ml brodo vegetale


PREPARAZIONE:
al supermercato ho trovato il grano saraceno, la quinoa e il miglio che non necessitano di ammollo. ed inoltre possono essere cotti in pentola a pressione, ecco la velocità della ricetta!
In una pentola a pressione unite la quinoa, il grano saraceno e il miglio, copriteli con il brodo vegetale (circa due dita oltre il livello degli ingredienti).
Chiudete la pentola a pressione e cuocete circa 5 minuti dal momento in cui la valvola inizia a fischiare.
Trascorsi i cinque minuti fate sfogare la valvola e aprite la pentola a pressione. Se i semi non hanno assorbito tutto il brodo vi consiglio di scolarli. Lasciate raffreddare.
Lavate e mondate le zucchine eliminando le estremità. Fate leggermente scaldare un cucchiaio di olio in una padella e cuocete velocemente le zucchine tagliate a tocchetti, salata e pepate. Le zucchine dovranno risultare ancora molto croccanti, quindi non cuocetele troppo, basteranno cinque minuti.
In una ciotola unite gli ingredienti:
- tagliate i pomodorini in quarti
- scolate il mais dall'acqua di conservazione
- tagliate le olive a rondelle
- unite le zucchine
- la quinoa, il grano saraceno e il miglio oramai freddi
Mescolate gli ingredienti e unite i semi di lino, l'olio e se necessario il sale.
Lasciate riposare l'insalata in frigo fino al momento del pasto oppure assaporatela tiepida, è ugualmente ottima.

Buona Appetito
Francesca


mercoledì 6 maggio 2015

Focaccia pugliese

Quale preparazione più semplice di una buona focaccia per allietare un pic nic, o una serata fra amici?
La preparazione semplice non rende scontato questa ricetta, anzi, ne arricchisce il fascino e il gusto. I pomodori devono essere belli e rossi, dolci, e prima di infornare la focaccia fate cadere sulla superficie i grani di sale grosso, così come se alla fine anche la grandine fosse un concetto bello e positivo.

Spesso mi ritrovo a pensare alle povertà della Puglia che si rispecchia nella tradizione culinaria, che però con il passare di anni, è diventata fiore all'occhiello e vanto di una regione fin troppo martoriata. Pensate alla semplicità di una spaghettata con le cozze, o del più famoso "riso, patate e cozze" e fave e cicoria? Semplici, poveri, quasi poverissimi, eppure genuini, gustosi tanto da diventare preziosi e ricercati. Ah quasi dimenticavo le orecchiette con le cime di rape. E' così che la Puglia si racconta, racconta delle sue coste bagnate da due mari che si incontrano mischiandosi a Santa Maria di Leuca e racconta del suo Tavoliere, delle gravine e delle lame, degli uliveti e dei vigneti. Chiudo gli occhi e in mente ritornano i campi rossi ricchi di ferro che da Martina Franca si allungano verso Locorotondo pitturando di colori carichi di passione e fatica la Valle D'Itria e i muretti a secco che come collane di perle circondano e delimitano i terreni. Un ulivo secolare circondato dall'oro dei campi di grano, e lì sullo sfondo un mare diventato (finalmente) meta turistica. Le città bianche che svettano su cieli così azzurri nei quali mi tufferei per una nuotata senza fine.
Tutto questo è per me la Puglia, senza mai, però, dimenticare tutto ciò che manca...ma questa è un'altra storia.

Seguitemi in cucina e insieme prepariamo la Focaccia Pugliese.

INGREDIENTI:

25gr di lievito fresco
400gr farina 0
100gr farina di semola
2 cucchiai di latte
2 cucchiai di olio
sale
Acqua q.b.

PER CONDIRE:
80gr pomodorini rossi
origano
olio
sale grosso

PREPARAZIONE:
Lasciate sciogliere il lievito in un bicchiere di acqua tiepida.
Sul fondo della ciotola che utilizzerete per impastare la focaccia pugliese, versate il latte e l'olio, unite le due farine setacciate e poco alla volta incorporate l'acqua con il lievito sciolto.
Iniziate ad impastare, noterete che l'impasto è ancora poco omogeneo, iniziate dunque ad aggiungere l'acqua tiepida fino ad quando noterete che l'impasto inizia ad amalgamarsi. Aggiungete il sale.
Il segreto della focaccia pugliese è che l'impasto non deve formare una palla, ma al contrario deve essere appiccicoso e molto elastico. Per ottenere questo risultato aggiungete acqua fino a quando tirando la mano verso l'alto noterete che l'impasto è colloso e molto idratato. Impastate fino a quando non ci saranno più eventuali grumi.
Fate lievitare al coperto e in luogo tiepido per circa 1 ora.
Oliate una teglia e versate l'impasto della focaccia. Tagliate i pomodorini a metà e poggiateli sulla superficie della focaccia spingendoli leggermente verso il basso.
Arricchite la focaccia con origano e sale grosso, e un filo d'olio evo.
Lasciate lievitare la focaccia per ancora 30 minuti.
Infornate la focaccia pugliese in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti.

Buon appetito.

sabato 4 aprile 2015

Pastiera

Camminando per le strade del paese nel quale abito, vengo invasa da profumi delicati, colori sfavillanti di fiorellini da poco sono nati sui rami degli alberi che si risvegliano dal sonno invernale. Quei fiorellini, bianchi abbelliti da sfumature rosate, delicati come dei neonati. Chiudo gli occhi e penso, ecco la primavera è arrivata, ci sta dando il benvenuto come sempre nel migliore dei modi. Il sole alto in un cielo sgombro di nuvole, sottolinea i colori novelli, intensi e che mettono gioia. Aprile poi, è il momento in cui, i fiorellini lasciano il posto alle foglie, delicate foglioline, tenere e dai colori timidi, al centro un verde pallido che si intensifica ai bordi. Poesia, magnifica poesia la natura.
L'area frizzante e dolce allo stesso tempo è degna di essere respirata a pieni polmoni. E' come se anche noi ci risvegliassimo dal letargo invernale, rinascessimo come dei fiori appena sbocciati. Temiamo il cambio orario "dormiremo un'ora in meno" è il terrore che ci pervade, eppure quando ci chiudiamo alle spalle la porta dell'ufficio, ci sembra che la giornata sia volata e che c'è ancora molta da vivere!
La primavera fa quasi rima con Pasqua. Una festa religiosa, che ci dovrebbe insegnare molto, il sacrificio di una morte per la purificazione e la salvezza...chissà se mai l'uomo sarà capace di vivere il mondo con uno spirito migliore. Utopia?
Nel nostro blog è già presente la ricetta della pastiera, ma questa che oggi vi presento ha un sapore tutto suo e una storia magnifica.
La ricetta della pastiera che mi appresto a scrivere è preziosa per la mia famiglia, si tramanda da generazioni, ed è per noi preziosissima, quindi fatene buon uso! E se la provate fatecelo sapere, tutte le donne della mia famiglia ne saremo orgogliose e felicissime.
Il mio ricordo di infanzia è ancora vivido, il mio compito era quello di mescolare le creme e alla fine di fare una vera e propria caccia al tesoro alla ricerca delle bucce di arancia e limone che rendono così profumata la pastiera.

INGREDIENTI:

PASTA FROLLA
600gr farina
260gr burro
160gr zucchero
scorza grattugiata di 1 limone e di 1 arancia
2uova intere
2 tuorli

Riponete la farina a fontana su una spianatoia, al centro ponete le uova, il burro e le bucce grattugiate del limone e dell'arancia. Impastate gli ingredienti fino ad ottenere una palla omogenea. Appiattite la pasta frolla grossolanamente e copritela con una pellicola. Lasciatela riposare in frigorifero fino al momento di utilizzarla.

GRANO:
1 barattolo di grano per pastiere (580gr)
300gr di latte intero
1 noce di burro
scorza di limone
scorza di arancia
1 pizzico di sale

In una pentola capiente, unite tutti gli ingredienti. Con l'aiuto di un pela patate, provvedete a pelare la buccia del limone e dell'arancia, ricordate che le bucce servono solo per insaporire il ripieno, quindi tagliatele grossolanamente in quanto dovranno poi essere tolte. Lasciate cuocere il grano a fuoco lento, mescolando spesso fino a quando il latte non si rapprende, diventando una crema. Trasferite il grano in una ciotola e lasciate raffreddare.

CREMA PASTICCERA
500gr latte intero
4 tuorli
4 cucchiai di farina
4 cucchiai di zucchero


Montate i tuorli con lo zucchero, fino ad ottenere una crema chiara, unite la farina setacciata e fatela tostare per pochi secondi sul fuoco. Unite il latte tiepido e mescolate sempre fino a quando la crema si addenserà. Trasferitela in una ciotola e copritela con pellicola a contatto con la crema e lasciate raffreddare.

RIPIENO
600gr ricotta di pecora
600gr zucchero
8 tuorli
6 albumi
cedro
1 fiala di fiori d'arancio
1 fiala di mille fiori
Grano
Crema Pasticcera

In una ciotola molta grande, setacciate la ricotta per renderla più fine. Unite alla ricotta setacciala lo zucchero e mescolate. Aggiungete un tuorlo alla volta e non aggiungete il successivo quando il tuorlo precedente non è stato incorporato bene. Unite alla crema di ricotta, il grano oramai freddo (dal quale avrete eliminato le bucce di limone e arancia) e la crema pasticcera, mescolate unendo la fiala di fiori d'arancio e mille fiori, il cedro tagliato a piccoli pezzetti. Montate a neve ben ferma gli albumi e uniteli alla crema con movimenti delicati dal basso verso l'alto.

COMPONIAMO LA PASTIERA
Prelevate dal frigorifero la pasta frolla, stendetela fino ad ottenere un disco del diametro che vi occorre con uno spessore di circa 5mm, aiutandovi con la carta da forno rivestite una teglia (esistono teglie in alluminio create proprio per la pastiera, se vi capita di visitare Napoli nel periodo pasquale, acquistatene di varie misure). Riempite il guscio di frolla con la crema, lasciando libero il bordo di circa 3cm.
Impastate i ritagli di pasta frolla  ricavati dal taglio lungo il bordo per appianare i bordi. stendete la pasta e ritagliate delle strisce lunghe quando il diametro della teglia che utilizzate. Con le strisce formate delle losanghe sulla crema. Sigillate i punti di incontro delle losanghe con la pasta frolla con i rembi di una forchetta.

COTTURA
Cuocete la pastiera in forno preriscaldato a 180°C per più di 1 ora. La superficie deve imbrunirsi e la prova stecchino vi aiuterà a comprendere se la pastiera è cotta. Il mio forno in modalità statica ha cotto la pastiera in circa 1 ora e 30 minuti.

Lasciate riposare la pastiera per tutta la notte lasciandola raffreddare. Prima di servirla spolveratela con zucchero a velo.

Suggerimenti:
Se non avete tempo sotto le festività potete anche scegliere di preparare la pastiera qualche giorno prima e surgelarla, all'occorrenza basterà scongelarla e gustarla come di consueto.
La pastiera resterà buona per qualche giorno, ma dato che uno degli ingredienti principali è la ricotta, suggerisco di conservarla in frigorifero.

Ci tengo a specificare che trattandosi di una ricetta famosissima, la pastiera come altre preparazione, varia da casa in casa, troverete persone che trovano scioccante unire la crema pasticcera al ripieno della pastiera, altri invece il contrario. Insomma tutto questo per dirvi che paese che vai usanza che trovi.
E voi come la preparate?

Forchetta&Coltello vi augura una felicissima Pasqua! Auguri!!!


giovedì 26 marzo 2015

Torta Speziata agli Agrumi - Winter citrus Upside Down Cake



Bene bene...ora vi propongo un gioco. Prendete il cardamomo, la cannella, le arance ed i limoni, guardateli attentamente...ma intensamente. Cosa vi stanno dicendo? Niente??? Inconcepibile tutto ciò!! Un aiutino? Prendiamo la bilancia, le ciotole ed accentiamo il forno....quindi? Evvivaaa tortiamo!!!
A parte gli scherzi, questa è un torta davvero buona, scenografica e dal gusto molto particolare. Quando ho letto la ricetta proposta da RE-CAKE, il mio scetticismo si è posato sull'utilizzo del cardamomo, ma vi assicuro che da quel tocco in più e vi innamorerete di questo dolce. Leggete attentamente la ricetta, anche più volte, non per la difficoltà (perchè in verità è molto semplice) ma è davvero bello entrare in sintonia con essa per poi decorarla con gusto. Quando ho preparato il set per le foto, ho avuto l'impressione che dinanzi a me ci fosse un quadro di Caravaggio, con i colori intensi e profondi. Bene, coraggio allacciate il grembiule, fruste in mano ed incominciamo.



COSA OCCORRE:

per lo sciroppo:
  • 45 gr di burro
  • 100 gr di zucchero di canna
  • 15 gr di miele
  • 10 gr di succo di limone
per la torta:
  • 5/6 fette sottili di agrumi a vostra scelta,
  • 300 gr di farina
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • 1/2 cardamomo in polvere
  • 4 uova medie
  • 270 gr di zucchero semolato
  • 108 gr di olio evo
  • 60 ml di succo di arance rosse
  • 60 ml di succo di un agrume a scelta
  • 45 gr di latte intero
  • 10 gr di estratto di vaniglia (o i semi di una bacca di vaniglia)
  • 5 gr di scorza di arance rosse


PREPARAZIONE:

Preriscaldate il forno a 190°C. Foderate il fondo di una tortiera antiaderente, personalmente ho utilizzato una teglia per pluncake, con la carta forno.
In una pentola piccolina fate sciogliere il burro a fuoco basso con lo zucchero di canna, aggiungete il miele ed il succo dell'agrume che avete scelto. lasciate sciogliere lo zucchero di canna e versate nella tortiera. successivamente sistemate le fette di arance ed agrumi come desiderate.

In una ciotola unite la farina, le spezie ed il lievito, il sale e mescolate sino a quando saranno totalmente amalgamati. In una seconda ciotola montate le uova con lo zucchero e l'olio evo, fino ad ottenete un composto omogeneo. Aggiungete il succo delle arance e degli agrumi da voi scelti, il latte, la vaniglia e la scorza di arance. Quando sarà tutto incorporato unite la farina e mescolate sino a quando sarà tutto liscio ed omogeneo. Versate nella tortiera (3/4 dell'impasto) e cuocere a 180°C per 30/40 minuti. Buon appetito













lunedì 2 marzo 2015

Biscotti d'avena aka Oat biscuit

La colazione.
La colazione è il pasto principale, dicono! La colazione la devi fare con una tazza di latte, dicono! Eppure io l'ho sempre odiata, sarà che da piccola, mi passava l'appetito dopo aver intravisto la zuppa di latte che mio padre faceva: colmava la tazza con così tanti biscotti, che rimanevo con il fiato sospeso, temendo che da un momento all'altro il latte sarebbe fuoriuscito, un po' come l'acqua che sovrasta la barriera della diga. Ma era bravissimo, il latte (rigorosamente mischiato con il caffè) restava nei limiti e nella diga. 
Sarà che da piccola mia madre mi obbligava a bere il latte, da adulta, quando ci ripenso dico: "poveretta" cercava un milione di modi per farmi bere il latte, ma proprio non ce la facevo! E non appena ho potuto non ho più fatto colazione, mi sono sempre rifiutata di farla, più per pigrizia che per altro. 
Ma nulla, la colazione è importante, e veramente non se ne può fare a meno, e allora piano piano l'ho riscoperta. Che nella tazza ci sia del latte di mucca, un cappuccino o del latte vegetale, non ci rinuncio. 
E insieme al latte non possono mancare i biscotti, quelli grassi e buoni alla frolla, con la panna, o quelli più "light" come quelli ai cereali! 
Spiando qua e la per il web ho scovato questa bella ricetta del blog Miel&Ricotta, che giustamente sottolinea che avena non è sinonimo di light quando a far da padrone in questa ricetta è il burro e lo zucchero (anche se di canna). Ma i biscotti d'avena sono una bomba di gusto, da provare assolutamente. Ho modificato un pò la ricetta originale: ho sostituito la farina normale con quella di avena integrale e ho aggiunto dei mirtilli rossi disidratati e le nocciole. 

Seguitemi in cucina e prepariamo insieme i biscotti d'avena.



INGREDIENTI
175gr di burro
270gr di zucchero di canna
1 uovo
4 cucchiai di acqua
370gr di fiocchi d'avena
140gr di farina di avena integrale
1 pizzico di sale
1/2 cucchiaino di bicaronato
20gr mirtilli rossi disidratati
20gr di nocciole

PREPARAZIONE:
Lavorate il burro a pomata e aggiungere lo zucchero, continuando a mescolare fino ad amalgamarlo del tutto. Aggiungere l'uovo e l'acqua alla crema al burro e amalgamate il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Mescolate le polveri, la farina di avena, la crusca, il sale e il bicarbonato, aggiungete poco alla volta il mix alla crema di burro.
Formate delle palline e disponetele su una teglia ben distanziate.
Infornate i biscotti d'avena in forno preriscaldato a 180°C per circa 10/15 minuti.
Dopo la cottura lasciate raffreddare i biscotti su una griglia.

Provateli e fatemi sapere.
Francesca

sabato 21 febbraio 2015

Torta di mele, nocciole e avena aka An apple, hazelnut and oat cake

Che bella la libertà, che bel profumo che ha e che meravigliosa sensazione. Se chiudo gli occhi e penso alla libertà, immagino una distesa di mare limpido, profumato e cristallino che si unisce al cielo come in una pennellata di un artista su una tela bianca.

Sarà che ultimamente ho voglia di provare a far qualcosa da sola, un progetto tutto mio, o sarà che sono stanca dei social network, troppo facile sedersi davanti ad uno schermo e parlar male, infamare e offendere gli altri, eppure, se si scava e si cerca bene, esiste un "mondo buono" anche su facebook, come quello della Mulino Bianco. Una pagina scoperta per caso l'anno scorso, ma solo questo mese ho deciso di partecipare attivamente...ah dimenticavo di presentarvi il Re-Cake 2.0

Una pagina bellissima, un gruppo di donne che come locomotive, trascinano noi tutte in una "gara" al re-cake! Ogni mese viene proposta una ricetta, principalmente appartenente alla cultura culinaria americana e tutti noi abbiamo circa un mese per ripresentarla, così come loro l'hanno proposta o apportando alcune modifiche. Partecipare al Re-Cake mi ha dato ancora più motivazione e mi ha confermato che al mondo ci sono cose belle, belle persone e che il riunirsi in un gruppo può dare grande soddisfazione e ottimi risultati.


Veniamo alla torta di mele, nocciole e avena è una torta fantastica, morbida e saporitissima, nonostante l'uso di farine meno raffinate. Le mele che io amo, rendono questa torta umida e sofficce, le nocciole l'arricchiscono. Il profumo inebriante ha invaso la cucina e mi ha fatto capire che i sapori rustici e integrali sono da ricercare e da utilizzare sempre più spesso in cucina, per chi come me è semplice dentro e ama i sapori di una volta!

Seguitemi in cucina e prepariamo insieme an apple, hazelnut and oat cake al quale non ho apportato nessun tipo di modifica se non ridurre le quantità del latticello ed ho usato farine tutte integrali.


INGREDIENTI

  • 105 gr di farina integrale di riso
  • 50gr di farina di nocciole (nel caso non la trovaste frullate delle nocciole tostate)
  • 60gr di farina integrale di avena
  • 4 cucchiai di crusca di avena
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1/4 cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 3 uova
  • 150gr di zucchero di canna integrale
  • 100ml di latticello (nella versione originale 150ml)
  • 125ml di olio di oliva
  • 20ml di aroma di vaniglia
  • 2 mele
  • 50 gr di nocciole tritate




PREPARAZIONE:

Mischiate insieme tutte le polveri: la farina di riso, la farina di avena, la farina di nocciole, 2 cucchiai di crusca di avena , il lievito, la cannella e lo zenzero, il sale.

In una ciotola montate le uova con lo zucchero, il latticello, l'olio d'oliva, l'aroma di vaniglia, unite il mix di polveri unite prima.


Rivestite uno stampo da plum cake con carta forno. Versate l'impasto all'interno della teglia, disponete gli spicchi di mela sulla superficie. Spolverizzate le mele con 2 cucchiai di crusca di avena e le nocciole tritate.

Infornate in forno preriscaldato a 180°C per 60 minuti, o fino a quando lo stecchino risulta  asciutto dopo la prova.


N.B. se le uova sono molto grandi e il latticello troppo liquido si potrebbe rischiare di avere un impasto molto morbido, che porterebbe le fette di mela a capitombolare sul fondo. Per evitare che ciò accasa, ho cotto la torta senza mele per circa 10 minuti e poi ho disposto sulla superficie la crusca di avena e le nocciole tritate e le mele.

Provate la torta di mele, nocciole e avena e ditemi se vi è piaciuta!


Francesca

giovedì 12 febbraio 2015

Il guardiano del faro

Quali sono i vostri riti nell'acquistare un libro?

Lo acquistate in libreria, al supermercato, nella sezione a loro dedicati o online? O magari vi affascina prendere in prestito i libri dalla biblioteca della vostra città!

E come gestite la vostra scelta? Siete tipi da romanzo, romanzo d'amore, giallo, fantasy?
O vi fate coinvolgere dalla moda del momento, incuriositi dalle recensioni?

Io quando penso ad un libro, penso ad un momento tutto mio, e pertanto ho dei riti "tutti miei" per acquistarlo. A volte mi "affeziono" ad un autore e mi ritrovo a divorare i suoi libri uno dietro l'altro.
Ed è questo il caso.
A me i libri mi trasmetto qualcosa sin dal titolo, poi la copertina, il nome dello scrittore, ahimè viene per ultimo, a volte non lo ricordo neanche. Eppure ci sono grandi libri e grandi scrittori, ma sono fatta così!

(foto presa dal web)

Io faccio parte della categoria di lettori, che sentono il richiamo, ho acquistato "Il guardiano del faro" di Camilla Lackberg, al supermercato. Ero alla ricerca di un regalo, perché ammettiamolo un libro è sempre un regalo per noi, una coccola, una carezza ed un abbraccio e noi abbiamo il cuore di panna, e cediamo alle tentazioni, con grande facilità!

Ho letto brevemente la trama, ma molto brevemente, non sono neanche arrivata alla fine, l'ho riposto nel carrello. 

Quando ho iniziato a leggere, mi sono trovata disorientata, i personaggi, se pur presentati un minimo, erano trattati come persone già conosciute, almeno dall'autrice. Spiazzante. 

Ho continuato a leggere, eppure nella scrittura di Camilla Lackberg c'era qualcosa di magnetico, scorrevole, studiato nei minimi particolari.

Poi ho scoperto che "Il guardiano del faro" è il 7° e attualmente ultimo, dei libri dell'autrice svedese, che rimanda ad una vera e propria serie di libri. Mi sono detta "ecco svelato il mistero" i personaggi con le vite spezzate a metà che prendono vita nel libro, in realtà hanno vite più complete e ben sviluppate.

L'impostazione di un romanzo giallo molto simile ad una serie televisiva, mi è piaciuta ed è la prima volta che mi capita.

IL GUARDIANO DEL FARO

Una storia controversa, dove droga e malavita, violenza sulle donne e brave persone si incontrano o si scontrano, purtroppo, in una realtà che a me affascina moltissimo, Fjallbacka Svezia. Il faro, a largo di questa ridente località della Svezia, ne è il protagonista, avviluppato da storie affascinanti, come quelle dei fantasmi. Il fulcro di tutta la storia è proprio lì, e lo si capisce solo alle ultime pagine del romanzo, il che rende tutto ancora più misterioso e il pathos che si vive fra le pagine del romanzo è tangibile, vero, quasi concreto.
La storia ambientata in un era contemporanea non ben specificata, si intervalla con dei feedback di circa due secoli più indietro, 1871 e anni successivi, che raccontano dell'isola e del faro, della cattiveria e della menzogna, dell'ipocrisia e della vergogna dell'essere "diverso", dell'isolamento che solo la vita di un guardiano del faro può vivere.
I protagonisti, l'ispettore Patrick e la sua moglie Erica impicciona per natura, riusciranno a lavorare in un'armonia perfetta, quasi in un walzer ben studiato, senza mai pestarsi i piedi e sempre con la giusta carica Patrick e con la quantità eccessiva di curiosità Erica. I bambini, il dolore della sorella Anna e la sua "rinascita" ci fanno entrare in punta di piedi nei sentimenti degli altri, insegnando rispetto e amore per il dolore degli altri.

Insomma, non solo il "Guardiano del faro" merita di essere letto, ma meritano anche i capitoli precedenti (di cui vi parlerò in seguito). 
Perché la buona scrittura, quella lineare e povera di troppo artificio è sempre la migliore. 
Da laureata in traduzione ... direi anche che un bravo traduttore riesce a creare un "prodotto" sempre molto simile a quello che l'autore stesso del libro vuole trasmettere. 

Buona lettura

Francesca

venerdì 6 febbraio 2015

C'era una volta la voglia di cambiare...
C'era una volta la voglia di rischiare...
C'era una volta la voglia di mettersi in gioco...
C'era una volta la voglia di avere nuovi progetti...
Abbiamo fatto un pò di esperienza e tanta anzi tantissima ne dobbiamo fare ancora, con il vostro supporto e il vostro incoraggiamento, proveremo a darvi contenuti sempre migliori e sempre più interessanti.
Seguiteci in questa nuova avventura del blog Forchetta&Coltello, supportateci e ancora un pò sopportateci! Forchetta&Coltello va avanti anche e soprattutto grazie a voi...

Per quanto riguarda i nuovi progetti, vi daremo qualche dettaglio più avanti, sperando vi siano di gradimento, perchè in questo nuovo percorso di Forchetta&Coltello non voglia più parlare solo di cucina, ma anche di letture, libri, consigli, e molto altro ancora...

Un saluto, a presto...Francesca e Maria Rosaria...Forchetta&Coltello

martedì 3 febbraio 2015

Treccia con confettura di pesche

Uno sguardo ad una ricetta e te ne innamori, o comunque immagini il suo sapore. Decidi allora di metterla fra "le cose da fare", o meglio fra le TANTE anzi TROPPE cose da fare. Ma è lì e ti riprometti di farla, immagini e niente, mai un pò di tempo libero per mettersi ai fornelli. Ma poi un pomeriggio decidi, ora o mai più. Farina, uova, latte, confettura di pesche...e crei questo magnifico dolce. Non solo la treccia con confettura di pesche è un dolce squisito, ma è anche bello, oserei definirlo scenografico.

La ricetta è stata fra le prime proposte da Re-Cake want you, un bellissimo gruppo attivo su facebook e che propone ogni mese ricette interessantissime e che tutti i partecipanti ripropongono, apportando alcune modifiche oppure attenendosi alla ricetta originale. Non vi metto il link alla pagina facebook, perchè da questo meso c'è una nuova avventura che spero di poter provare in ogni modo...cercate su facebook e vedrete che troverete la pagina del nuovo gruppo! :D

Prepariamo insieme la treccia con confettura  di pesche

INGREDIENTI:

1 cubetto di lievito di birra / 200gr di lievito madre rinfrescato

60ml di acqua tiepida

55gr di zucchero

40gr di burro a temperatura ambiente

60ml di latte caldo

1 uovo

200gr farina manitoba

200gr farina 00

Per la farcitura:

Confettura di pesche

2 cucchiai di zucchero di canna

40gr burro a temperatura ambiente

cannella in polvere



PREPARAZIONE:

Nella ciotola di una planetaria fate sciogliere il lievito nell'acqua.

Aggiungete al lievito, lo zucchero, l'uovo, il burro, una volta che gli ingredienti saranno grossolanamente amalgamati, aggiungete la farina. Io ho utilizzato in totale 350gr di farina, ma se il vostro impasto dovesse risultare troppo morbido aggiungete anche i 50 gr restanti.

Prelevate l'impasto dalla ciotola della planetaria e lavoratelo fino ad ottenere una palla, morbida.

Ungete una ciotola con un pò di burro e riponete l'impasto. Lasciate lievitare per circa un'ora, se utilizzate il lievito madre, lasciate lievitare fino al raddoppio.

Sgonfiate leggermente l'impasto e stendetelo fino ad ottenere un rettangolo dallo spessore di circa mezzo centimetro.

Spalmate sulla superficie il burro, la confettura di pesche, lo zucchero di canna e la cannella in polvere.

Arrotolate il rettangolo dal lato più lungo. Tagliate il rotolo ottenuto in due metà per la lunghezza.

Arrotolate le due metà ottenuta fino ad ottenere una treccia, sigillate le estremità in modo tale che non si apra in cottura. Se volete disponete sulla superficie degli zuccherini.

Lasciate lievitare la treccia con confettura di pesche per circa 30 minuti.

Lasciate cuocere la treccia per 25 minuti a 180°C.

Lasciate raffreddare del tutto prima di servirla.



Buon appetito.

Francesca

venerdì 30 gennaio 2015

Pan d'arancio

Vi racconto di una domenica mattina: i progetti e i programmi sono tantissimi in questo periodo, settembre alla fine non è poi così lontano. Il lavoro e i turni, non ci aiutano, ma come sempre ringraziamo di poterci svegliare ogni mattino per andare in ufficio! E allora concentriamo tutto nel weekend, per la serie stressiamoci solo due giorni a settimana!!! :D Sabato una capatina veloce nel centro di Bologna, prova, metti, questo mi piace, no questa no! Questa ti sta bene, questa proprio no! Quanto costa? 900€!!! Quanto??? Eppure è per sempre...e allora che fare? Domenica, vai a Mirabello (in provincia di Ferrara), capisci, discuti, non ti piace, dici che ci pensi! Poi vai a Funo di Argelato (provincia di Bologna) prova, assaggia, gira, commenta, apprezzi, degusti, speri!!!

Vi ho messo angoscia? Bene perchè io ne ho e tanta anche! Ma alla fine è per una giusta causa, no?

Allora, non appena è suonata la sveglia, anche di domenica mattina!!! Tanto non ho più sonno...e allora, penso, che tutti gli ingredienti li ho, che è così semplice la torta che impiegherò pochissimo e sarà pronta prima di uscire. Allora, bene, giù dal letto e preparo il Pan d'arancio.

E' una ricetta tipica siciliana, lì dove la terra è generosa, e lì dove il sole brucia la terra, lì dove le arance sono rosse, succose e dolcissime, lì dove io ci lascio sempre il cuore.

La Sicilia, la ricordo bene, per anni siamo andati in vacanza con i miei genitori, da piccola, che meraviglia, l'Etna che fuma, i mascheroni in terracotta appesi fuori le piccole botteghe artigiane, lo scaccia pensieri, i cannoli e le cassate. Il ristorante del Sig.Carmelo, e chi se lo scorda! Troppi bei ricordi, che spero un giorno di poter rivivere.

La ricetta del Pan d'arancio è quella di Mani, amore e fantasia  speciale, buono e che riempie di un profumo inebriante ogni angolo della casa. La ringrazio, perché questa ricetta è una ricetta sempre vincente!

Se anche voi siete sempre di corsa, ma non riuscite a rinunciare ad una fetta di torta, preparate il pan d'arancio, una domenica mattina...e vi regalerà un sorriso!

Seguitemi in cucina, e prepariamo insieme il Pan d'arancio

INGREDIENTI:

300 gr di farina

300gr di zucchero

1 arancia grande

1 bustina di lievito

1/2 bicchiere di latte

1/2 bicchiere di olio di semi



PREPARAZIONE:

Lavate accuratamente la buccia di un'arancia, fate attenzione, che sia intatta e priva di difetti.

Mettete in un boccale di un mixer, un'arancia tagliata a pezzettoni, con tutta la buccia e tutti gli altri ingredienti e frullateli, fino ad ottenere una crema densa e omogenea.

Se come me utilizzate un frullatore ad immersione, non avrete problemi, potrete procedere come nel caso del mixer.

Imburrate una teglia a cerniera del diametro ci 24cm, e infarinatela leggermente eliminando l'eccesso.

Versate l'impasto del pan d'arancio nella teglia, e infornate in forno preriscaldato a 180°C per 50minuti.

Fate sempre la prova stecchino prima di sfornare la torta.

Lasciate raffreddare il pan d'arancio e servitelo semplicemente spolverato con dello zucchero a velo, oppure, come Lori di Mani amore e fantasia, consiglia, fate uno sciroppo con acqua, zucchero e buccia di un'arancia, con uno stuzzica denti eseguite dei piccoli fori sulla torta, e versate lo sciroppo ancora tiepido. Decorate il pan d'arancio con la buccia dell'arancia caramellata.

Buon appetito

Francesca

martedì 27 gennaio 2015

Ganache al cioccolato

Amo la ganache al cioccolato ed è una crema che si usare in svariati modi. Ottima nelle crostate, scenica sui cup cake e gustosa come farcia per le torte...è una crema golosa!

ganache al cioccolato 1

Cosa occorre:

  • 300 gr di cioccolato fondente,

  • 250 ml di panna per dolci,

  • 30 gr di burro.


Fate riscaldare la panna con il burro, quando sarà abbastanza caldo (attenzione non deve bollire) aggiungete il cioccolato precedentemente tritato. Togliete dal fuoco e mescolate sino a quando il cioccolato si sarà ben amalgamato ed il composto sarà omogeneo. La crema Ganache potete usarla sia calda, ad esempio per versarla in crostate, già cotte, oppure fredda. Ovviamente più lasciate raffreddare la crema più si presenterà solida...buon appetito!!!

ganache al cioccolato

 

Un consiglio: se desiderate la ganache più lucida potete aggiungere un cucchiaino di miele dopo che avete aggiunto il cioccolato.

lunedì 26 gennaio 2015

Erbazzone

Erbazzone, che buono l'erbazzone! Non lo avevo mai assaggiato, e allora perchè non provarlo? Nel prepararlo immaginavo le 'azdore che lo preparavano nei tempi che furono, e anche se non posso paragonarmi a loro...vorrei un giorno poter carpire i segreti che solo loro posseggono.

L'erbazzone, è una sorta di torta salata ripiena di verdure, storicamente le verdure erano quelle di campo, divenute poi spinaci, bietole o coste, cicoria, ma c'è chi lo impreziosisce con tarassaco, e altre verdure che questa terra magnifica regala. Il guscio è una pasta non lievitata, dove il grasso è rappresentato dallo strutto, ingrediente fondamentale della cucina bolognese ed emiliano romagnola in generale.

Ho preso spunto dal libro di ricette di Alessandra Spisni "La maestra in cucina", eliminando le cicorie e il lardo sostituendolo con il burro.

Seguitemi in cucina, prepariamo insieme l'erbazzone.


INGREDIENTI:

Per la SFOGLIA:

300 gr farina

70gr strutto

1 bicchiere di acqua fredda

1 pizzico di sale

Per il RIPIENO:

500gr di spinaci già puliti

500gr di bietola/coste già pulite

50gr di parmigiano reggiano

4 uova

sale, pepe e noce moscata

20 gr di burro

PREPARAZIONE:

In una capiente pentola, portate ad ebollizione dell'acqua, salatela e lessate le verdure per 10 minuti.

Scolate le verdure e lasciate che perdano l'acqua in eccesso. Sminuzzate le verdure grossolanamente.

Riscaldate il burro in una padella e appena sarà sciolto, aggiungete le verdure, e ripassatele per circa 5 minuti.

Spostate le verdure in una ciotola, salate e pepate, aggiungete la noce moscata grattugiata, le uova e il formaggio e mescolate per bene amalgamando il tutto.

Preparate la pasta: in una ciotola unite la farina e lo strutto, aggiungete il sale e poco alla volta l'acqua, tanto quanto basta per ottenere un impasto morbido ed omogeneo.

Lasciate riposare l'impasto per circa 30 minuti, coperto con pellicola.

Infarinate leggermente il piano di lavoro. Dividete l'impasto in due parti, una più grande e una più piccola. Stendete l'impasto fino ad ottenere uno spessore di circa mezzo centimetro, foderate una tortiera, versate il ripieno di verdure e coprite con la parte più piccola stesa. Se volete potete optare per fare tante porzioni più piccole, come ho fatto io. Le quantità non cambiano, otterrete circa 2 erbazzoni dal diametro di 10 centimetri.

Lasciate cuocere per 45 minuti in forno caldo a 180°C.

Fate raffreddare e servite, meglio se tiepido.

Buon appetito.

Francesca.

domenica 25 gennaio 2015

Focaccia con le rape

Impastare che passione!!! Oggi vi proponiamo una ricettina davvero squisita: Focaccia con le rape.

Adoro la focaccia con le rape e credetemi quando vi dico che la mangerei tutta, il sapore delle rape stufate nella focaccia sono qualcosa di davvero godurioso. La ricetta originaria prevede anche l'aggiunta della salsiccia, ma ho preferito proporvi una ricetta anche vegetariana, Pronti?




Occorre per l'impasto:

  • 150gr di lievito madre rinfrescato (oppure 10 gr di lievito di birra)

  • 200 gr di farina di semola rimacinata,

  • 200 gr di farina tipo 0 oppure 1  (dipende dal vostro gusto)

  • 200 gr di farina per pizza io ho usato la 260 w

  • sale 10/15 gr

  • 250/300 ml di acqua

Occorre per il ripieno:

  • 1 kg di rape stufate,

  • mezzo bicchiere di acqua,

  • una foglia di alloro,

  • olio,

  • sale

  • peperoncino se gradite.



Procedimento:

Per preparare la focaccia con le rape, pulite le rape prendendo le fogli ed i fiori (solitamente si usano quelle con molte foglie e meno fiori, ma vanno bene comunque), lavate accuratamente e riponeteli in una casseruola, aggiungete l'olio (circa due cucchiai) e la foglia di alloro, l'acqua. Accendete il fuoco e fatele cuocere sino a quando il loro volume si sarà dimezzato, giunti qui aggiungete il sale q.b. ed il peperoncino (sempre se gradite). Lasciate cuocere. Più o meno dovranno cuocere per 15 minuti in totale.

Per l'impasto:

dopo aver rinfrescato il lievito madre ed atteso che il suo volume si sia raddoppiato, ponetelo in una ciotola aggiungete metà dell'acqua e scioglietelo il più possibile. Fatto ciò sistemate le farine a fontane sulla spianatoia, oppure nella planetaria, aggiungete il lievito ed impastate. Aggiungete la restante acqua, il sale. Impastate sino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.Lasciate lievitare sino al raddoppio del suo volume.

quando l'impasto ha terminato la lievitazione formate due dischi uno leggermente più grande dell'altro. Prendete una teglia ed ungetela con olio, mettete il disco più grande, le rape stufate (togliendo la foglia di alloro) e se volete qualche spicchio di salsiccia cruda(si cuocerà in forno) ed infine il disco più piccolo. Per chiudere utilizzate i bordi del disco inferiore verso l'interno. Spennellate con olio la superficie della focaccia con le rape ed infornate a 200°C per 20/30 minuti, fino a doratura. Buon appetito.

Un consiglio: al posto delle rape potete utilizzare anche i broccoli previa cottura.

sabato 24 gennaio 2015

Tarte tatin

Oggi desidero raccontarvi una storia. Tanto tempo fa in un lontano paesino chiamato Lamotte-Beuvron, vi era un grazioso "Hotel Tatin", immaginate una struttura dell'800 con il tetto spiovente e due graziose Signore  Stephanie e Caroline Tatin, che indossano abiti scuri ampi e lunghi, un grande grembiule bianco immacolato, i capelli raccolti in una crocchia e che profumano di cannella. Ebbene l'hotel era meta di cacciatori che per ristoro amavano la loro cucina, in special modo la buonissima torta di mele. Ma un dì a causa dei tanti preparativi, immerse dal tanto da fare e dal rumore di stoviglie, una delle sorella sbadatamente mise in forno una teglia con lo zucchero e le mele. Quando si accorse di aver dimenticato di mettere sul fondo della teglia la buonissima pasta brisè era ormai troppo tardi e per rimediare all'errore pensò bene di porre sopra alle mele la pasta, in modo tale che pronta la torta sarebbe stato necessario solo capovolgere la teglia e la torta sarebbe stata pronta per esser servita. Effettivamente la famosa tarte Tatin riscosse molto successo tra i commensali che aiutarono a rendere famosa questa torta delicata e deliziosa. Vissero tutti felici, contenti e sazi.

Tarte tatin1

Per preparare la Tarte Tatin occorre la pasta brisè:

  • 200 gr di farina tipo 0

  • 100 gr di burro

  • 75 ml di acqua fredda (meglio se ghiacciata).


Preparazione:

Riponete a fontana al centro il burro freddo ed uniteli fino a rendere tutto a farina, non dovete creare un impasto ma una "sabbiatura". Fatto ciò aggiungete l'acqua ed impastate. il tutto non deve riscaldarsi. Quando l'impasto sarà omogeneo riponetelo in frigo avvolto della pellicola per circa 30 minuti.

Cosa occorre per la farcia:

  • 4/5 mele golden,

  • 80 gr di zucchero,

  • burro.


Pulite le mele e tagliatele in quattro (togliete anche i noccioli). Rivestite una teglia di abbondante burro, anche sui bordi. Con lo zucchero ricoprite tutta la superficie precedentemente rivestita di burro. Togliete momentaneamente lo zucchero in eccesso. ponete la teglia sul fuoco medio e fate caramellare lo zucchero. Togliete dal fuoco e sistemate le mele nella teglia prima con il dorso rivolto sul fondo, poi fate un secondo strato con le mele restanti.mettete qualche fiocchetto di burro e lo zucchero restante. Mettete in forno per 15 minuti a 180°C.

tarte tatin 2

Nel frattempo riprendete la pasta brisè dal frigo e con un mattarello stendete un disco dello stesso diametro della teglia. Trascorsi i 15 minuti estraete la teglia dal forno e ponete sopra le mele la pasta brisè, avendo cura di ripiegare i bordi verso l'interno. Fate cuocere alla stessa temperatura per altri 15/20 minuti. Quando la tarte Tatin  sarà cotta, capovolgetela su di un piatto e servite. Potete servire la Tarte Tatin con una pallina di gelato alla vaniglia oppure uno spruzzo di panna montata e...buon appetito.

tarte tatin 3

venerdì 23 gennaio 2015

Brazadèla - Ciambella bolognese

Brazadèla, ho perso il conto di quante volte ho provato a pronunziare questa parola, sempre con mille accentazioni diverse, una volta la "e" la pronuncio aperta, poi troppo chiusa...e c'è sempre lui, che con infinita pazienza, mi corregge, credo che sia più lui ad aver la speranza che io la pronunci bene, che io...ho abbandonato la speranza da tempo oramai!

E' carina la scena...vado in Puglia, amici e parenti mi chiamano "La Bolognese", mi prendono in giro per aver preso l'accento e la pronuncia bolognese, io penso sia dovuto all'attitudine alle lingue. Torno a Bologna, e mi chiamano "La Pugliese" mi prendono in giro per le "o" sempre troppo chiuse, per le pronunce sbagliate, per gli errori! Ma sapete cosa...alla fine io sono felice di questi equivoci, non è vero che non si possono amare due cose contemporaneamente, amo la Puglia, i sapori, i colori, la cucina e le tradizioni, la famiglia e il modo di intenderla, il mare d'inverno, le passeggiate, il caldo sole pugliese....ma come posso non amare, i colli bolognesi? La cucina bolognese, sontuosa, ridondante, grassa, ricca, "Bologna la Grassa"! I prati verdi in inverno, e dorati in estate, i cieli limpidi, i tortellini, e l'accento, quella "z" quasi inesistente, che spesso confondo in "s", gli amici, gli amori, la famiglia! Tante volte vi ho parlato di esperienze, bene, io so che da quattro anni la mia casa è a Bologna e a Taranto, entrambe continuano a donarmi emozioni, fortissime, a volte contrastanti! Credo che un "emigrato" debba vivere così la sua partenza, la lontananza dalla terra natale, non come una condanna, ma come un'esperienza, bella e forte!

La ciambella bolognese, è un dolce semplicissimo della tradizione emiliana, prende il nome dall'usanza dei contadini che la trasportavano in campagna appesa al braccio.



Seguitemi in cucina, prepariamo insieme la Brazadèla, ciambella bolognese.

INGREDIENTI:

350gr di farina 00

100gr zucchero

60gr burro

1 bustina lievito per dolci

1 uovo

1 bicchiere di latte

scorza grattugiata di 1 limone



PREPARAZIONE:

In un pentolino fate riscaldare il latte, nel quale farete sciogliere il burro. Fate intiepidire il composto il latte.

In una ciotola abbastanza capiente, unite la farina, lo zucchero, l'uovo, il lievito e la scorza di limone grattugiata, mescolate con un mestolo e successivamente incorporate il latte.

Otterrete un composto abbastanza liquido.

Imburrate una teglia, infarinatela leggermente, eliminando l'eccesso. Versate l'impasto nello stampo a ciambella, ricoprite la superficie con granella di zucchero.

Cuocete per 50 minuti in forno preriscaldato a 180°C.

Fate sempre la prova stecchino prima di sfornare la brazadèla.

Per realizzare questa ricetta ho preso spunto dal libro di Alessandra Spisni "La Maestra in Cucina".

Buon appetito.

Francesca

giovedì 22 gennaio 2015

Cannoli salati alla bolognese

Per un aperitivo sfizioso e facile i cannoli salati alla bolognese sono la risposta. Una serata fra amici o per far contenti chi ama i sapori delicati e gustosissimi, mi rivolgo a chi ama la mortadella e a chi ama l'Emilia Romagna, come me.

La ricetta originale la potete trovare sul libro Cucina Bolognese di Laura Rangoni.

Da piccola amavo tre cose più di tutto: i tortellini, la mortadella e il ragù...sembra una coincidenza, ma ora vivo nella terra dove tutto ha inizio. Che bella terra!

Seguitemi in cucina e prepariamo insieme i cannoli salati alla bolognese.



INGREDIENTI:

1 rotolo di pasta sfoglia (preferibilmente rettangolare)

30 gr di burro

30 gr di farina

1 bicchiere di latte

150gr di mortadella

2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato

1 uovo per spennellare

sale, pepe e noce moscata

PREPARAZIONE:

Fate sciogliere il burro senza farlo bruciare.

Tostate la farina nel burro, mescolando continuamente, per evitare la formazione di grumi.

Riscaldate il latte e unitelo al roux (burro e farina), mescolate e lasciate che si amalgami per bene.

Il latte in pochi minuti si addenserà, salate e aggiungere un pò di pepe e una grattugiata di noce moscata.

Una volta che la besciamella si addensa, riponetela a raffreddare in una terrina.

Tagliate finemente la mortadella, unitela alla besciamella e due cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato. Mescolate per bene fino ad amalgamate tutti gli ingredienti.

Dividete la pasta sfoglia in quattro rettangoli di forma e grandezza uguale.

Al centro di ogni rettangolo ponete parte del preparato a base di mortadella.

Chiudete i rettangoli a formare dei fagottini. Spennellate la superficie con un uovo sbattuto.

Cuocete per 15 minuti a 180°C, o fino a quando la superficie non sarà dorata.

Servite ben tiepidi.

Buon appetito

Francesca.

lunedì 19 gennaio 2015

Cotoletta alla bolognese

La cotoletta alla bolognese, è uno dei piatti più famosi della cucina del capoluogo emiliano, ricco di gusto un pò come tutta le ricette della cucina bolognese.

Ingredienti fondamentali, sono oltre la carne di maiale, anche il prosciutto crudo e il parmigiano reggiano, ingredienti tipici della zona, fiore all'occhiello di questa bellissima terra.

Vivo in Emilia Romagna e precisamente a Bologna da quattro anni oramai, e ne apprezzo ogni giorno la magnifica tradizione culinaria, oltre ad essere una terra magnifica.



Seguitemi in cucina e prepariamo insieme la cotoletta alla bolognese.

INGREDIENTI per 2 persone:

4 fette di lombo di maiale

3 uova

4 fette di prosciutto crudo

pan grattato

150gr di panna da cucina

130gr di parmigiano reggiano

1/2 bicchiere di brodo di carne

100gr burro

sale e pepe

PREPARAZIONE:

In una terrina, sbattete per bene le uova con 30 gr di parmigiano reggiano grattugiato, il sale e il pepe.

In un piatto disponete il pan grattato. Passate le fettine di lombo di maiale prima nel pan grattato e poi nel uovo e di nuovo nel pan grattato.

Fate sciogliere in una padella abbastanza capiente, il burro, facendo attenzione a non farlo bruciare.

Lasciate cuocere le cotolette per pochi secondi per parte, fino a quando non diventano dorate.

Ponete su ogni fetta il prosciutto crudo e circa 100gr di parmigiano reggiano a scaglie. Dividete equamente la panna su ogni cotoletta, e a lato direttamente nella padella, versate il brodo di carne.

Coprite la padella con un coperchio e lasciate che il brodo si asciughi e il formaggio si sciolga.

Servite ben calde e accompagnate da una buona e fresca insalata.

Buon appetito.

Francesca

lunedì 12 gennaio 2015

Tanti auguri a me, la storia della torta che fu

Tanti auguri a me...e la storia della torta che fu...

c'era una volta una ragazza (io), che stava attraversando un periodo "normale": indaffarata tanto da non pensare, ma a volte nulla, il vuoto dentro e fuori.

C'era una volta una ragazza (sempre io) che nonostante tutto è grata, per l'amore, per le opportunità e per il coraggio che ha.

C'era una volta una ragazza (sempre sempre io) che compiva gli anni il 12 Gennaio.

C'era una volta una ragazza che voleva preparare una torta ma che bella che fatta si era disfatta nel forno...

C'era una volta tanti auguri a me...e la storia della torta che fu!

La storia è finita, ma i conti fra me e la torta sono ancora in sospeso...ho sbagliato e ho voluto strafare...e della torta non è rimasto altro che un ricordo lontano, peccato perchè l'impasto che goccia dopo goccia cadeva sulla leccarda (che per fortuna ho messo sul fondo del forno - santa provvidenza) era buono, gustosissimo anche in quei punti un pò bruciacchiati...ho provato giuro a fare delle foto del risultato...ma mi veniva solo da piangere. Tempo sprecato, ingredienti sprecati...ma un nuovo insegnamento acquisito.

La torta in breve aveva un'impasto base simile a quello della ciambella con mirtilli e limone, arricchito da uno strato di mirtilli precedentemente immersi nella marmellata di fragole, successivamente sormontata dal rimanente impasto, per concludersi con delle briciole di croccanti di mandorle.

Nella versione originale di Martha Stewart, i mirtilli erano sostituiti da lamponi immersi nella marmellata di more. Non avendo trovato i lamponi, ho deciso di sostituirli con i mirtilli, ma Francesca...non 300gr di mirtilli...questo proprio no!!! (scusate parlo con me stessa)!

Svelato il mistero della storia della torta che fu...il peso dei mirtilli decisamente troppi, non ha fatto altro che far traboccare l'impasto, riversandolo qua e là nel forno. Quando ho sformato la torta ho scoperto che lo strato inferiore della torta non esisteva più, c'erano soltanto mirtilli...lo strato superiore e la crosta di mandorle era ancora lì, buonissimi e degni di essere mangiati, insomma per la serie chi si accontenta gode, ho affettato quel che rimaneva di una delle torte più buone che ho preparato...e..libidine! Buona buona e ancora buona...ma brutta, brutta e ancora brutta.

Quindi per il mio compleanno non avrò una torta di compleanno, avevo comprato anche le candeline (un due e un otto, metteteli voi nell'ordine che desiderate!!! :D ) ... domani mattina aprirò il panettone rimasto da natale e le candeline le spengo lo stesso!

Per ora vi lascio con questo articolo, con un pò di dubbi, e dato che non mollo, prima o poi la rifaccio e questa volta sarò mooolto più attenta ai mirtilli!!! :D

Tanti auguri a me, e nonostante tutto sono felice!

Francesca

venerdì 9 gennaio 2015

Fantasia di pasta fresca homemade

fantasia di pasta

FANTASIA DI PASTA HOMEMADE:

Per chi come me ama mangiare la pasta,

per chi come me ama mettere le mani in pasta,

per chi come me adora sperimentare il nuovo,

per chi come me nonostante tutto ama la tradizione e i gusti tradizionali,

per chi come me non smetterà di credere e ideare,

ecco a voi tutte le ricette fatte per voi relative alla pasta fresca fatta in casa:

TAGLIATELLE

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ORECCHIETTE

orecchiette

TAGLIATELLE VERDI

tagliatelle verdi al ragu e bufala

MARITATI

maritati (1)

TORTELLINI

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MALTAGLIATI

maltagliati

RAVIOLI DEL CONTADINO

ravioli del contadino formaggio e pere

MACCHERONI AI FERRI

maccheroni ai ferri

GNOCCHI DI PATATE

gnocchi di patate

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PASTINA ALL'UOVO - GRATTONI

pastina all'uovo